lunedì 9 febbraio 2009

Il dolore di essere puri di cuore

Ammettiamolo. É un periodo relativamente duro per l'indie. C'è chi da la colpa alla crisi, che i ragazzi escono dall'università e si mettono subito a sgobbare, non provano neanche a trasferirsi a Williamsburg e provare a sfondare. C'è chi dice che è un problema statistico–ma al di lá delle ragioni–i fatti ci indicano che abbiamo rallentato tutti. Se questa pausa, sarà positiva o negativa, catartica o rivoluzionaria lo sapremo solo in futuro.

The Pains of Being Pure At Heart, ancora ci credono e l'omonimo disco è confortante. Come un giorno di sole in inverno, non risolvono da soli la situazione, ma ti danno confidenza per andare avanti. Riscaldano le schiere di lo-fi pop-rockers che si erano dimenticati di spingere play dall'ultimo disco dei Saturday Looks Good To Me e che rispolveravano tutta la discografia dei Jesus and Mary Chain.

Insomma, forse un sorriso di sollievo.

Guarda "Everything With You"


mercoledì 14 gennaio 2009

Blood Bank -EP


Bon Iver (pronunciato Bon Ivér, e non Bon Áiver come abbiamo sentito da tanti presunti anglofoni) è pura potenza. For Emma, For Ever Ago, è un disco disarmante, che nasconde le proprie intenzioni solo ai primi ascolti. Dietro c'è un'armatura di cemento armato, che difficilmente verrà intaccata. È un disco che rappresenta catarsi, ma anche costruzione e originalità creativa in tutto quello che è stato e non sarà mai più.

Blood Bank é un EP che precederá il prossimo disco. Continua la medesima esplorazione del potere di una canzone, per rievocare, tenere vicino qualcosa che si allontana. Per poi lasciarlo andare.

Ascolta: Blood Bank

martedì 17 giugno 2008

Shearwater -Rook-


Rook (Corvo) –Il nome scientifico del Corvo, Corvo frugilegus é composto dal sostantivo, frux, frugis f. = frutto e dal verbo legere = raccogliere. Etimologicamente, volesse farsi un parallelismo, non poteva esserci nome più adeguato per l'ultimo lavoro degli Shearwater. Un tempo considerati un side project dei membri degli Okkervil River, ora si scoprono crisalidi completamente indipendenti. Raccolgono i frutti di una penombra completamente immeritata, ed emergono forti della consapevolezza di chi fa musica per fare arte.

Rook è un lavoro solidissimo, sfaccettato come il precedente (e ugualmente stupendo) Palo Santo. La voce di Jonathan Meiburg è infatti maturata–semmai ce ne fosse stato bisogno–fino a poter coprire ogni piccolo spazio lasciato tra un battere e un levare. Ogni suono è pulito, senza però risultare troppo scintillante. Le atmosfere di Rook sono quelle di sempre. C'è un sentimento di ansia, di contemplazione e di serena rassegnazione.

C'è un cantare di storie oramai troppo buie per cercare di risolverle (Rooks), e amori andati per mai più tornare (The Hunter's Star). C'è il rumore del silenzio nelle pianure del Texas (South Col) e l'aggressività che sbiadisce con l'età (Century Eyes). Tutto riassume un disco bellissimo, compatto. Nitido e gravido di suono, inchiostro e carta.

Ascolta: Century Eyes

martedì 3 giugno 2008

Primavera Sound '08, a graphic essay on (14)




Primavera Sound '08, a graphic essay on (13)







[Intermezzo; la cornice della musica del Primavera Sound]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (12)






[Fuck Buttons; grande presenza di pubblico per il duo inglese, performance nella normalità, comunque impressionante per la varietá e quantitá di suoni che riescono a intermezzare e sovrapporre senza produrre dissonanze]







[El Guincho; da Tenerife la versione soleggiata degli Animal Collective, gioca in casa, e si vede: ogni canzone è una ovazione ogni canzone è una piccola rivelazione]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (11)






[Man Man; oramai rivelazione non lo sono più, combinano tanto casino che si fa fatica a stargli dietro, eppure sono comunque compatti, e nel loro genere unici]



[Why?; Yoni Wolf ha plasmato il suo suono intorno all'asse Anticon, ovvero sulle più originali composizioni hip-hop della scena californiana. Poi un giorno ha deciso di ascoltare Stephen Malkmus–le sue canzoni, per quanto improbabile siano gli ingredienti, incantano e coinvolgono il pubblico del Primavera]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (10)




[Sebadoh; Lou Barlow è nato lo stesso nostro giorno ma 12 anni prima. Al momento sul curriculum ha: fondatore dei Sebadoh, fondatore dei Dinosaur Jr., fondatore dei Folk Implosion. Pretty amazing]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (9)






[No Age; Forse un'altra cosa rispetto all'album...comunque un segnale forte che L.A. si stà affermando sempre di più come hotspot musicale]



[Intermezzo; tra un palco e l'altro c'é da camminare, kilometri da fare e pochi minuti. Programma/birra in mano, d'obbligo]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (8)










[Voxtrot; loro ce la mettono tutta, riff a ricordare quel sottobosco anni '90 e un'attitudine Morrissey brillante e sostenuta. Purtroppo il tecnico del suono decide di mangiarsi una tortilla o forse era un ennesimo fan degli Slayer. Risultato: per loro è stato un gran concerto, per il pubblico si sentiva solo la chitarra. Peccato]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (7)






[Caribou; melodie, stop-repeat. melodie, stop-repeat. La sua musica è circolare]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (6)


[Public Enemy; serve una nazione di millioni per fermarli]



[Portishead; più che il solito disco (di cui, personalmente, non ne capiamo il successo), lo spettacolo erano le mille lucine che riflettevano luce, mille braccia alzate per immortalare un momento ne fanno un altro per chi spia da sopra]


[Tarda serata; L'incredibile architettura del Fòrum di Barcellona ti lascia l'opzione di stare seduto e ascoltare]

primavera Sound '08, a graphic essay on (5)



[British Sea Power; Insieme un'idea di grandezza e di decadenza, si presentano vestiti da marinaretti abituati sia ai bar di porto, che ai circoli Ufficiali della marina, non smentiscono un suono sempre limpido. L'alfabeto delle bandiere comunica la lettera W, che non a caso è anche chiamata Whiskey.]

[Health; continued...]

primavera Sound '08, a graphic essay on (4)


[Eric's Trip; ovvero come sopravvivere a un uragano (Nirvana) per poi ispirarsi ad un fortunale (Sonic Youth)]




[Health; la differenza la fa l'intensità con la quale vedono una melodia nel noise]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (3)


[The Notwist; anni dopo aver inventato il termine glitch, lo ridefiniscono live]



[DJ's Edan & MC Dagha; rimbalzano testi sulle teste di tutti, danno ufficialmente il via alla festa]

Primavera Sound '08, a graphic essay on (2)



[MGMT; inaspettato gioiello live...]


[Mount Eerie/The Microphones; la pacatezza del tardo pomeriggio]



[Enon; una tempesta a ciel sereno]