venerdì 29 dicembre 2006
Comaneci, vero?
Dimenticavo...nel nostro vagabondare nel passato, tenendo sempre un piede di fronte all'altro, ci siamo imbattuti in una chitarra prestata, una storia cantata e un minestrone. Mentre mangiavamo e suonavamo, abbiamo ascoltato un "early leak" come direbbero i veri blogger musicali.
É il nascituro primo album dei Comaneci che concretizzano ora la tradizione "orale" di molte loro canzoni suonate dal vivo. Hanno fatto tanta strada, hanno cominciato a reinterpretare la loro musica, hanno nuovi pensieri che portano a una metafisica di loro stessi. L'album ancora non ha un titolo ufficiale, ma le idee non mancano...Il cd sarà originale e fatto a mano, come da tradizione (se lo trovate nei negozi sarà un po' meno custom...ma comunque...)
Non perdeteveli stasera dal vivo questa sera al Teatro Verdi (Maniago, PN) o nelle prossime date.
Per delle belle foto invece cliccate qui.
mercoledì 27 dicembre 2006
Arcade Fire - Neon Bible
Atteso, attesissimo questa bibbia al Neon degli Arcade Fire...gira un singolo iTunes abbastanza criptico...sembra che quelli della Merge abbiano sbagliato canzone e quindi non corrisponda il titolo alla musica...si può ascoltare Intervention (ma vi dico dove solo se mi mandate un email e/o un regalo di natale) ... é un grandioso intro di organo con la voce di Win in crescendo come Funeral, ma é un pezzo a tratti cinematografico e pieno di carisma, e a tratti sconsolato, desolato e deserto. Da quello che ho ascoltato sono pronto a scommettere su quest'album.
sabato 23 dicembre 2006
Passami quella grappa che é freddo
Nessun post di questi giorni ma una ragione c'é.
Amici dei Nemici é reduce da una settimana in visita piacere/lavoro a Ravenna...terra di paludi, piadine, dj scapigliati, dj con un sacco a pelo in macchina, gruppi prestati e gruppi cresciuti.
Sabato sera al Bronson per il concerto di Moltheni, graditissima sorpresa dal vivo. Un live pieno di energia e di moltissima modestia (cosa che é vitale in musica e ancor più vitale nella musica italiana che pecca quasi sempre di altezzosità).
Ospite il sig. Enzo Polaroid, pazzo in consolle, insieme a un certo Pullo, astro nascente, irriverente con palloncini e coriandoli. Io inciampo e cado sempre sugli stessi ramoscelli, ho bevuto e versato un vodka-martini, tutto grazie a.
Io di Ravenna sono un reduce, un sopravvissuto, un amante, un ex-amante, un rinnegato, un rivoluzionario, un morto e un vivo.
Amici dei Nemici é reduce da una settimana in visita piacere/lavoro a Ravenna...terra di paludi, piadine, dj scapigliati, dj con un sacco a pelo in macchina, gruppi prestati e gruppi cresciuti.
Sabato sera al Bronson per il concerto di Moltheni, graditissima sorpresa dal vivo. Un live pieno di energia e di moltissima modestia (cosa che é vitale in musica e ancor più vitale nella musica italiana che pecca quasi sempre di altezzosità).
Ospite il sig. Enzo Polaroid, pazzo in consolle, insieme a un certo Pullo, astro nascente, irriverente con palloncini e coriandoli. Io inciampo e cado sempre sugli stessi ramoscelli, ho bevuto e versato un vodka-martini, tutto grazie a.
Io di Ravenna sono un reduce, un sopravvissuto, un amante, un ex-amante, un rinnegato, un rivoluzionario, un morto e un vivo.
giovedì 14 dicembre 2006
I Love You but I've Chosen Christmas
The Knife
Fratello e sorella, svedesi, abituati alla neve e ai pini tutto l'anno...ci fanno un regalino cosí carino per natale. Torrone, birra dell'Ikea e auguri a tutti.
Ascolta: Christmas Reindeer
The Boy Least Likely To
Due amici delle campagne inglesi, caramelle, orsetti, spade di cartone e uno dei migliori dischi usciti l'anno scorso. I Boy least Likely To (in stream) ci regalano la versione del viaggio a Betlemme dal punto di vista dell'asinello...
Merry Christmas.
Ascolta: Little Donkey
Fratello e sorella, svedesi, abituati alla neve e ai pini tutto l'anno...ci fanno un regalino cosí carino per natale. Torrone, birra dell'Ikea e auguri a tutti.
Ascolta: Christmas Reindeer
The Boy Least Likely To
Due amici delle campagne inglesi, caramelle, orsetti, spade di cartone e uno dei migliori dischi usciti l'anno scorso. I Boy least Likely To (in stream) ci regalano la versione del viaggio a Betlemme dal punto di vista dell'asinello...
Merry Christmas.
Ascolta: Little Donkey
mercoledì 13 dicembre 2006
A volte essere Sufjan Stevens é proprio una fortuna...
Beirut -Lon Gisland
L'ultima fatica di Beirut (aka Zach Condon) sará l' EP Lon Gisland che uscirá il 30 di Gennaio dell'anno venturo. Su eMusic esce oggi, con un mp3 di regalo:
Ascolta: Elephant Gun
Continua la tradizione della sua scia di suoni a metá tra una parigi del secolo scorso e una budapest del secolo prima. Allo stesso tempo tocca versioni armoniche cosí fresche e contemporanee che prendono l'attenzione senza esitare. Condon ha vent'anni, tuttavia, vela le sue canzoni di uno strato di memorie, processate, rovinate e sgualcite che nascondono la sua etá...Ovviamente Zach é un fan di Long Island, e tutta la sua decadenza bohemienne.
Ascolta: Elephant Gun
Continua la tradizione della sua scia di suoni a metá tra una parigi del secolo scorso e una budapest del secolo prima. Allo stesso tempo tocca versioni armoniche cosí fresche e contemporanee che prendono l'attenzione senza esitare. Condon ha vent'anni, tuttavia, vela le sue canzoni di uno strato di memorie, processate, rovinate e sgualcite che nascondono la sua etá...Ovviamente Zach é un fan di Long Island, e tutta la sua decadenza bohemienne.
domenica 10 dicembre 2006
La Nouvelle Vague des Femmes dans la Musique
Tema ricorrente questo delle donne in musica, ma ultimamente c'é stata un'onda tale di minigonne, leggings e pois miste a chitarre, sinth e amplificatori da meritare un post in rosa...
comincio da una novitá abbastanza fresca:
Dead Disco
Da Leeds, tre belle ragazze inglesi si dilettano in far incontrare Bloc Party e Ladytron in un autobus diretto a Londra, mentre ascoltano Blondie. Bellissima la grafica del loro debutto; questo si, molto art e poco rock. In fin dei conti dilettevoli, anche se mi sanno un po' di colonna sonora di una mostra di fine anno degli studenti della St. Martin's.
Come dicono in GB, time will tell, ovvero chi vivrá vedrá.
Ascolta: Automatic, The Treatment
Charlotte Gainsbourg
Figlia d'arte ha avuto la grazia di assomigliare piú a sua madre che a suo padre...é da poco uscito questo secondo album con collaborazioni d'eccellenza...voce vellutata degna della scuola francese, la chanteause si diletta tra archi e pianoforte, ma con arrangiamenti piú che al passo con i tempi. Il cantato in francese le si addice moltissimo di piú che l'inglese...
Ascolta (stream): Tel Que Tu Es, The Songs That We Sing
The Pipettes
Oramai le conoscete tutti, sono tre, a pois, e stupende. Il disco non é male, ma sinceramente non mi sembra all'altezza di tutte le critiche positive che hanno ricevuto. Ricalcano in toto un revival sixties di polka dots e ritornelli facili. Non vorrei sembrare cattivo ma mi azzardo a dire che se fossero state brutte non so in quanti le conosceremmo.
Au Revoir Simone
Tra poco esce il secondo album di queste New Yorkesi. Con il primo hanno radunato tutti con paragoni alla Stereolab e Postal Service....
Ascolta: Fallen Snow
Last but not least....
El Perro Del Mar
La mia preferita. Giá collaboratrice di Jens Lenkman, questo "cane del mare" é in realtá un'aggraziatissima signorina di Göteborg...Una voce a metá tra Cindi Lauper e Sinead O'Connor, sonorità pulite e canzoni tanto dolci e ben fatte da stare bene in un carillion o in una scatola di cioccolatini.
comincio da una novitá abbastanza fresca:
Dead Disco
Da Leeds, tre belle ragazze inglesi si dilettano in far incontrare Bloc Party e Ladytron in un autobus diretto a Londra, mentre ascoltano Blondie. Bellissima la grafica del loro debutto; questo si, molto art e poco rock. In fin dei conti dilettevoli, anche se mi sanno un po' di colonna sonora di una mostra di fine anno degli studenti della St. Martin's.
Come dicono in GB, time will tell, ovvero chi vivrá vedrá.
Ascolta: Automatic, The Treatment
Charlotte Gainsbourg
Figlia d'arte ha avuto la grazia di assomigliare piú a sua madre che a suo padre...é da poco uscito questo secondo album con collaborazioni d'eccellenza...voce vellutata degna della scuola francese, la chanteause si diletta tra archi e pianoforte, ma con arrangiamenti piú che al passo con i tempi. Il cantato in francese le si addice moltissimo di piú che l'inglese...
Ascolta (stream): Tel Que Tu Es, The Songs That We Sing
The Pipettes
Oramai le conoscete tutti, sono tre, a pois, e stupende. Il disco non é male, ma sinceramente non mi sembra all'altezza di tutte le critiche positive che hanno ricevuto. Ricalcano in toto un revival sixties di polka dots e ritornelli facili. Non vorrei sembrare cattivo ma mi azzardo a dire che se fossero state brutte non so in quanti le conosceremmo.
Au Revoir Simone
Tra poco esce il secondo album di queste New Yorkesi. Con il primo hanno radunato tutti con paragoni alla Stereolab e Postal Service....
Ascolta: Fallen Snow
Last but not least....
El Perro Del Mar
La mia preferita. Giá collaboratrice di Jens Lenkman, questo "cane del mare" é in realtá un'aggraziatissima signorina di Göteborg...Una voce a metá tra Cindi Lauper e Sinead O'Connor, sonorità pulite e canzoni tanto dolci e ben fatte da stare bene in un carillion o in una scatola di cioccolatini.
venerdì 8 dicembre 2006
Venerdí Electro #2
Non sopportate piú il capo? Non passerete mai l'esame? La vostra vita non vi soddisfa? Tranquilli, la societá ha già inventato la soluzione!!! Si chiama VENERDÍ!
Stasera ballate come se foste in pigiama da soli in casa al ritmo di:
Does It Offend You, Yeah?
Duo inglese alla Daft Punk che non disdegna i paragoni con Justice....aggiungete un tocco DFA a questa We Are Rockstars ed ecco una ragione per chiedere il prossimo gin tonic.
Ah, occhio che tra un po' remixano The Prayer dei Bloc Party...
Ascolta: We Are Rockstars
Stasera ballate come se foste in pigiama da soli in casa al ritmo di:
Does It Offend You, Yeah?
Duo inglese alla Daft Punk che non disdegna i paragoni con Justice....aggiungete un tocco DFA a questa We Are Rockstars ed ecco una ragione per chiedere il prossimo gin tonic.
Ah, occhio che tra un po' remixano The Prayer dei Bloc Party...
Ascolta: We Are Rockstars
mercoledì 6 dicembre 2006
Tokio Police Club
Altro post in mega ritardo, ma meglio tardi che mai...
Un po' misterioso questo quartetto al momento... difficile documentarsi, il disco é conosciuto ma risulta fantasma su Google...blog non ne parlano (eccetto l'ottimo Lazysundays), Pitchfork non lo conosce...mah....
Anyways, EP di debutto molto solido, distorsioni al punto giusto e melodie a lá carte, crudi e freschi quanto basta. Sono quattro cenerentole dei sobborghi di Toronto, che come per incanto sono stati invitati al Pop Montreal festival e hanno preso il largo. Inevitabili gli echi di Strokes e Constantines, ma con quache decorazione elettronica a completare la ricetta. Da tenere d'occhio.
martedì 5 dicembre 2006
Batti Le Mani e Di' Yeah
In uscita il nuovo di Clap Your Hands Say Yeah, il vostro fenomeno do-it-yourself preferito. I quattro si autoprodussero un disco a metá del 2005, e con un nome cosí potevano solo divenire famosi. Il caso rimbalzó tra mille locali alla moda tra Williamsburg e Manhattan per poi finire sotto i riflettori mondiali di Pitchfork che gli appioppó un bel 9.0/10.0...
Il nuovo lavoro sará intitolato Some Loud Thunder e uscirá a fine gennaio 2007; continuerá autoprodotto negli USA, e finirá invece nelle grinfie di Wichita in GB e V2 per il resto d'Europa...
I 2 mp3 che ci ha donato il gruppo di Brooklin/Philadelphia continuano quel suono sbilenco e sbandante che li caratterizza, con forse un tocco Velvet Undergroundiano in piú...Giudicate voi:
Ascolta : Love Song No. 7,Underwater (You and Me)
Al momento i CYHSY non hanno segnato nessuna data italiana...(ne a BCN, sigh!)
The Books Live
Il concerto si apre con That right ain't a shit, da The lemon of Pink (2003, Tomlab), il disco che tuttora viene più osannato dalla critica. La critica ha fatto la fortuna di The Books. Conosciuti dai più come gruppo newyorkese emerso nell'ondata di recupero di musica folk attualizzata nelle più diverse salse, si sono fatti immediatamante notare grazie appunto all'esaltazione della critica. Questo apprezzamento è dovuto principalmente all'atteggiamento dissacratorio e innovativo del duo verso la tradizionale composizione della canzone pop: si nota infatti una forte dose di inserzioni elettroniche, suoni e registrazioni incollati all'interno del brano, che rimane comunque, al di là di queste operazioni, nella forma e nella durata della classica canzone pop. Queste registrazioni, insieme alla componente acustica di chitarra (molto ritmata, ma presente anche con freseggi e fughe di ispirazioni quasi barocche; Nick Zammuto) e violoncello (suonata con maestria e suggestione da Paul de Jong), danno come risultato quel collage finale che è diventato lo stile di The Books, rimasto nella sostanza abbastanza simile in tutti e tre gli album finora pubblicati. Ciò che stupisce è appunto questa apparente contraddizione fra il volere smontare, dilatare e quant'altro si possa fare con la forma canzone, e d’altra parte conservare la melodia e armonia caratteristica della stessa, creando così un equilibrio in tensione, percepibile attualmente come marchio di Books. L'effetto è inmediatamente divertente, ironico in quasi tutti i casi, ma non mancano atmosfere più dilatate, decomposte e frammentate, che raggiungono dimensioni più intime e riflessive.
Durante il concerto si scopre che questi elementi importati all'interno della canzone sembrano provenire per la maggior parte da emissioni televisive, svariati home-movies (simpatico e intimo quello regalato con “... my brother Mikey...”, su Mikey bass), data la stretta correlazione di immagini e suono approntata per lo spettacolo dalla band. Le due componenti audio-video rimangono centrali nella loro simbiosi per tutto il concerto, sia attraverso la proiezione delle parole del testo della canzone (Smell like contest), o con le sequenze in loop di oggetti, animali e uomini (take time), e perché no di mormoni di inizio secolo che si tolgono il cappello (“...hat off to you...”).
Il concerto si divide approssimativamente in due parti, la prima più fedele alle versioni disco e presa soprattutto da The lemon of pink (oltre ai brani già citati, Tokio, A true story of a story of true love), la seconda invece con brani nuovi e, per concludere, una bellissima versione riarrangiata di Cello song di Nick Drake, sempre con abbinamento visuale.
L'impressione alla fine dell'esibizione è che The Books, pur avendo innovato poco nella propria espressione musicale nel raggio di questi tre album, stiano comunque proponendo una delle soluzioni più innovative nella musica acustica, spingendo sempre più in là il limite del genere e allontanandosi dalla vague folk-blues ora così diffusa (se mai avessero contemplato di operare una scelta simile, cosa non verificabile). Al contempo, e più in generale, sempre partendo dalla forma della canzone come base per sperimentazioni e distorsioni melodiche, i due raggiungono un suono che caratterizza la percezione attuale in modo sincero e diretto, fedele nella rappresentazione del sentire odierno.
Marco Scipioni
Primavera Club
Appena passata la prima edizione del Primavera Club a Barcellona, che si conferma una delle cittá piú attive per il circuito indipendente internazionale. Non siamo grandissimi fan dei festival: troppo casino, troppi gruppi uno dietro l'altro e soprattutto troppo alcool...
A parte una dubbia campagna grafica (vedasi sopra) e un centro congressi esageratamente grande e futurista per un evento del genere, il festival é stato un successo. Una due giorni intensissima con artisti del calibro di Jeff Tweedy (Wilco), Cat Power, Teenage Fanclub, The Wrens, The New Pornographers...
Qualche bell'immagine e commenti, in nessun'ordine d'importanza...
The Wrens
"best band on earth!!!!" grida un signore di circa 40 anni, invasato al vedere gli eroi del NJ salire sul palco...The Wrens sono uno dei gruppi piú anti-rock band che si puó immaginare. Sono vecchi, brutti, grassi e si vestono da Wal-Mart. Eppure, proprio per questo, producono un'attitudine cosí proletaria che non si puó fare a meno di adorare. Sul palco hanno un energia che li rende una delle formazioni piú belle dal vivo che abbia mai avuto il piacere di ammirare. La apoteosi? fermano il set, chiedono a circa 25 persone di salire sul palco e danno a tutti delle bacchette; a quel punto iniziano la canzone seguendo il 4/4 suonato dagli ospiti...Piú working-class di così...
The Boy Least Likely To
Irriconoscibili dal vivo. Quello che in studio é un album misto tra i Rice Krispies e dei peluche che suonano chitarre di Winnie de Pooh sul palco diventa uno stupendo spettacolo sonoro. Nuove sonoritá arricchiscono le loro canzoni, e a volte i loro testi. Cover di Faith di George Micheal per finire in grande stile.
Cat Power
Bella e disinvolta come sempre, la signorina Marshall non ha brillato per intensitá nel suo concerto di Barcellona. Forse é questa sua nuova attitudine da rockstar, forse era la grandezza dell'audiotorium ma é sembrata un po' costruita. Comunque sia, resta una delle voci più indefinibili, angolari e lascive dei nostri tempi.
Art Brut
Adorabili, inglesissimi piú del tea and biscuits. Il loro umorismo da pub di Brixton verso le 10.30pm é al tempo stesso intelligente, stupido, originale e classico. Eleganti, ma non ricercati e finti, hanno suonato un set fantastico dove la gente non sapeva se concentrarsi di piú sulle battute o sulle sferzate di chitarre elettriche. Culmine? Praticamente tutto il pubblico cantava in coro "ART BRUT TOP OF THE POPS!" per poi cambiare il nome con tutti gli altri nomi dei gruppi che suonavano al Primavera Club. Momento piú intellettuale? Eddie Argos fa una predica di stile a Jay Z per il suo "mysoginistic language"...anche se peró alla fine é daccordo che il problema é sempre "the bitch", esplode con un "basta pensare ai vostri EX!!!" e tutti impazziscono...
Jeff Tweedy
Jeff Tweedy é un maestro é un vecchio capitano, é una persona che radia arte da tutti i pori. Ha iniziato con un arpeggio, quasi chiedendo silenzio alla platea, che gliel'ha concesso immediatamente. Vedere piú di 600 persone non emettere fiato per ascoltarlo senza amplificazione é stato emozionante.
ESG
Canzoni scarne, un basso una batteria, qualche legnetto da battere. Quattro donnone di NY cantano testi stringati tipo "get physical" e "You make no sense at all". Eppure toccano corde del ritmo che ognuno di noi ha e fanno ondeggiare tutta la platea per un'ora. Memorabile il ballo beyoncé-esco della cantante...
Sparklehorse
Il misterioso Linkous ha presentato il suo nuovo lavoro, in una performance diretta e sincera. Ammirazione totale su "It's a Sad and Beautiful World", come se tutti ammettessero che é un pezzo che passerá alla storia. Prima o poi.
venerdì 1 dicembre 2006
La Lista Nera
Non ci piacciono quelli che dicono sempre di si. Oggi siamo Nemici dei Nemici e ci siamo svegliati male.
La lista nera
Non ci piacciono i ruffiani. Non ci piace la musica public-tailored cioé fatta apposta per il consumatore. Odiamo i presuntuosi. Se ci metti piú di 5 minuti a prepararti i capelli per suonare, non dire in nessun modo che suoni punk (Ian McKaye non ce li ha i capelli infatti) e non metterti neanche una maglietta dei Black Flag. Se poi ci metti almeno 45 minuti a truccarti e non hai composto Boys Don't Cry non sprecare il nostro tempo, per favore.
La lista nera
Se dici che ti piace Ian Curtis, dicci il perché. E non vale dire, ballo come pazzo quando ascolto Love Will Tear Us Apart. Se canti dei testi, non dire che non t'importano i testi.
La lista nera
The Horrors
Ma perché mai uno come Patrick Wolf é su Loog Records con questa paccottaglia Shoreditchiana? Gruppo ridicolo a essere gentili. Capigliature Toni&Guy e tanto tanto ombretto da fare invidia a una pubblicitá di Rimmel London. Dicono che suonano garage-punk-surf. Canzoni biaccordi e testi tanto inutili da far venire voglia di chiedergli di non sprecare parole quando non se ne hanno. Anche se foste restati a fare i commessi da H&M o da TopMan avreste potuto mettere le mani per primi su tutte le proposte vintage 2006-07.
Smettetela. Ma tanto prossima settimana NME non vi fila piú e ritornate ad essere dei nessuno come lo siete sempre stati (e siete tutt'ora).
Neil's Children
Stessa minestra. Si applichino le stesse qualitá di sopra.
Jet
Ancora piú insopportabili perché Australiani. "Siamo dei gran fighi, non c'importa quello che dite, perché sai quante fiche mi scopo dopo un concerto?" Quel minimo di decenza che resta agli Inglesi, loro lo perdono. Non potrei essere piú daccordo con Pitchfork che li ha recensiti con un video di una scimmia che beve la propria orina. Se un'immagine vale mille parole un video di YouTube vale 10 volte tanto.
Cansei De Ser Sexi
da Music Is My Hot Sex
La musica é la mia ragazza
La musica é il mio ragazzo
La musica é la mia pronipote
La musica é mia sorella
La musica é la mia concubina preferita
Indecisi? Incestuosi? Stanchi di essere sexy? Questi partono giá col piede sbagliato. La Sub Pop? Oh, bhé lasciamo stare. Sempliciotti, pieni di sé, stereotipici, cliché e noiosi. Il Brasile, il sesso, la sensualitá latina e bla bla bla peró in salsa indie. Vomitevoli.
La lista nera
Non ci piacciono i ruffiani. Non ci piace la musica public-tailored cioé fatta apposta per il consumatore. Odiamo i presuntuosi. Se ci metti piú di 5 minuti a prepararti i capelli per suonare, non dire in nessun modo che suoni punk (Ian McKaye non ce li ha i capelli infatti) e non metterti neanche una maglietta dei Black Flag. Se poi ci metti almeno 45 minuti a truccarti e non hai composto Boys Don't Cry non sprecare il nostro tempo, per favore.
La lista nera
Se dici che ti piace Ian Curtis, dicci il perché. E non vale dire, ballo come pazzo quando ascolto Love Will Tear Us Apart. Se canti dei testi, non dire che non t'importano i testi.
La lista nera
The Horrors
Ma perché mai uno come Patrick Wolf é su Loog Records con questa paccottaglia Shoreditchiana? Gruppo ridicolo a essere gentili. Capigliature Toni&Guy e tanto tanto ombretto da fare invidia a una pubblicitá di Rimmel London. Dicono che suonano garage-punk-surf. Canzoni biaccordi e testi tanto inutili da far venire voglia di chiedergli di non sprecare parole quando non se ne hanno. Anche se foste restati a fare i commessi da H&M o da TopMan avreste potuto mettere le mani per primi su tutte le proposte vintage 2006-07.
Smettetela. Ma tanto prossima settimana NME non vi fila piú e ritornate ad essere dei nessuno come lo siete sempre stati (e siete tutt'ora).
Kicking K
non sono niente se non un cavallo da mostra, e ora mi muovo per far vedere le mi qualitá
ora mi faccio indietro per farvi vedere di cosa sono fatto
butto indietro la mia testa, m'impenno e scalcioora lavoratelo
Neil's Children
Stessa minestra. Si applichino le stesse qualitá di sopra.
Jet
Ancora piú insopportabili perché Australiani. "Siamo dei gran fighi, non c'importa quello che dite, perché sai quante fiche mi scopo dopo un concerto?" Quel minimo di decenza che resta agli Inglesi, loro lo perdono. Non potrei essere piú daccordo con Pitchfork che li ha recensiti con un video di una scimmia che beve la propria orina. Se un'immagine vale mille parole un video di YouTube vale 10 volte tanto.
Cansei De Ser Sexi
da Music Is My Hot Sex
La musica é la mia ragazza
La musica é il mio ragazzo
La musica é la mia pronipote
La musica é mia sorella
La musica é la mia concubina preferita
Indecisi? Incestuosi? Stanchi di essere sexy? Questi partono giá col piede sbagliato. La Sub Pop? Oh, bhé lasciamo stare. Sempliciotti, pieni di sé, stereotipici, cliché e noiosi. Il Brasile, il sesso, la sensualitá latina e bla bla bla peró in salsa indie. Vomitevoli.
Demeriti -USA
Questi due dischi furono recensiti, e bene in america, quindi non é che siano strettamente dei demeriti...peró per la grandezza musicale e ampiezza lirica dei dischi in questione fa si che non abbiano ricevuto, a nostro avviso l'attenzione che meritavano.
Shearwater - Palo Santo
Disco perfetto come il cerchio di Giotto. Ogni canzone é in se prologo della successiva e apologia della precedente. Tutte le melodie sono cucite una sull'altra con la sezione ritmica a fare da bottone ornamentale, chiudendo e aprendo a piacimento. Stanze vuote, linee lontane continue ed echi di cose che una volta non erano tali. I testi s'intrigano e si liberano come fili.
Palo Santo si allontana definitivamente dal suono Okkervil River (é, in teoria, un side project), per vivere di vita propria. Ombreggiata, silenziosa, lievemente pulsante vita propria.
Ascolta:
Red Sea, Black Sea (demo version)
White Waves
Seventy-four, Seventy-five
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