lunedì 29 gennaio 2007
About the relentless and the park benches in winter
Ci piacciono i gruppi "letterari". Anche se a vederlo, Craig Finn degli Hold Steady ha veramente poco di letterario, si laurea nel '93 a Boston, va in giro per vari gruppi, finisce a Brooklyn. Nel suo ultimo disco, Boys And Girls In America, riprende il tema di Separation Sunday che è un racconto musicato sulle vicende di Holly: dei suoi fantasmi, delle sue vicende di droghe e di come tutto le si trasforma in una visione tra il mistico cattolico, W.B. Yeats e un riff degli AC/DC.
Craig Finn scrive di quello che vede, a sua maniera descrive un'America dei sobborghi, ma senza facilonerie, senza clichè di povertà- gente che vive una vita ai margini, e tutto sommato a volte ci sta bene.
Questo è un disco per certe cose più raffinato dei precedenti, e per questo ci piace un po' meno. Ma è comunque un disco molto pieno, delle descrizioni di personaggi soprattutto. Riappaiono delle storie che sembrano fluire e non avere ne inizio ne fine, e riappaiono anche delle istantanee...C'è un momento in cui conosci una ragazza, quando ti appare perfetta, il minuto di luce che illumina una pagliuzza di biondo, o degli occhi profondi. C'è un momento in cui quella ragazza è infinita. Riappare Holly e riappare Charlemagne, entrambi più vivi che mai.
Ascolta Finn che ci racconta il loro primo incontro:
First Night
"[...] charlemagne pulls street corner scams
gideon's got a pipe made from a pringles can.
holly's insatiable. she still looks incredible.
but she don't look like the same girl we met.
on that first night.
she was golden with barlight and beer.
she slept like she'd never been scared.
and then last night she said words alone never could save us.
and then last night she cried when she told us about jesus...
[...]"
giovedì 25 gennaio 2007
Venerdí Electro #4
Venerdì. Ti svegli, sbatti la testa sul comodino tentando di prendere la sveglia. La lanci dalla finestra. Colpisce quella della vicina sordomuta che comincia a emettere degli acuti. Si sveglia il tuo coinquilino metronotte, s'incazza, ti fa una predica. È in boxer e gli si vede il pacco. Cominci la giornata vedendo un pacco. Vuoi fare colazione, il latte è oramai giallo e semisolido. È rotta la linea Gialla. Ti tocca camminare mezz'ora (su già mezz'ora di ritardo) e prendere la Verde, con i turisti. Due energumeni ti schiacciano sulla finestra e parlano a 10,000 decibel; ci sono 10 gradi e vanno in giro con una felpa con cappuccio, in ciabatte e pantaloni corti. Vorresti spiegargli che siamo in Europa, che si parla basso e per lo meno per decenza non si va in giro in pantaloni corti e ciabatte in Gennaio. Ma non capirebbero.
Because they're North American Scum
(James Murphy aka LCD Soundsystem fa del cliché Americano un anthem da pista a cui pochi resisterebbero fermi, il nuovo album esce il 20/3, il 22/3 sono a Milano. Se li perdete ve ne pentirete, perchè i vostri figli lo verranno a sapere e vi considereranno dei matusa. Buon venerdì a tutti.)
Because they're North American Scum
(James Murphy aka LCD Soundsystem fa del cliché Americano un anthem da pista a cui pochi resisterebbero fermi, il nuovo album esce il 20/3, il 22/3 sono a Milano. Se li perdete ve ne pentirete, perchè i vostri figli lo verranno a sapere e vi considereranno dei matusa. Buon venerdì a tutti.)
Four Winds
C'è un periodo dell'anno in cui ci non ci lasciamo sfuggire niente. C'é una periodicità in un mese o in qualsiasi cosa che fa sì che ci accorgiamo di come siamo parte di un cerchio infinito, per sua definizione. Conor Oberst, alias Bright Eyes ha fatto molta strada dai suoi inizi lo-fi, ma rappresenta questa ciclicità continua e senza indugi. Se la sua musica è andata raffinandosi, il suo scrivere è rimasto scarno, senza pelle ne appendici.
Dopo l'ottima compilation di raritá (Noise Floor, Rarities 1998-2005), uscirà il 6 Marzo l'EP Four Winds, seguito dal LP Cassadaga ad Aprile. Dischi ricchi di collaborazioni esterne (M Ward, membri di Sleater-Kinney, tra gli altri), a testimoniare l'alto rispetto che detiene Conor tra gli addetti ai lavori.
Ascoltate la bellissima: Smoke Without Fire con tanto di cori del sublime M Ward.
Dopo l'ottima compilation di raritá (Noise Floor, Rarities 1998-2005), uscirà il 6 Marzo l'EP Four Winds, seguito dal LP Cassadaga ad Aprile. Dischi ricchi di collaborazioni esterne (M Ward, membri di Sleater-Kinney, tra gli altri), a testimoniare l'alto rispetto che detiene Conor tra gli addetti ai lavori.
Ascoltate la bellissima: Smoke Without Fire con tanto di cori del sublime M Ward.
mercoledì 24 gennaio 2007
Editoriale -London Hipsters -Of Decadence and Defence
Questo editoriale segue le, a volte violentissime, battute espresse da noi e da voi sull'articolo riguardo ai Klaxons. Non aggiungeremo altro musicalmente parlando, quindi se non avete voglia di leggere delle riflessioni su temi socio-culturali, questo è il momento di cliccare da un'altra parte.
Il nostro penultimo articolo era principalmente un campanello di allarme riguardo alle tendenze che cambiano come l'acqua che scorre in un torrente. Tutto scritto nel nostro stile, of course. Non siamo la verita infusa in musica (e ci conforta il fatto che nessuno lo è) e scriviamo dal nostro umilissimo punto di vista. Detto questo, rivendichiamo il diritto di scrivere su qualsiasi gruppo, e rivendichiamo di farlo anche solo analizzando i nostri pregiudizi al rispetto degli stessi. Se questa filosofia possa considerarsi o no critica musicale non sta a noi deciderlo...ma sicuramente neanche a voi.
Fondamentalmente la nostra esperienza londinese ci ha insegnato a diffidare dei Media-Hype e di tutto questo gioco dei revivals che va avanti da molto tempo solo per nascondere il fatto che la capitale inglese è immersa in una decadenza totale in fatto di musica. In generale non c'è molto interesse per la musica suonata, ed è per questo che c'é una generale tendenza anche per i gruppi "tradizionali" a strizzare l'occhio a generi più assmilabili all'elettronica.
Le ragioni di questo potrebbero essere svariate, ma per noi (e lo dico con evidenze empiriche: i.e. conosciamo Londra da cittadini, i.e. conosciamo la scena dell'industria musicale londinese da lavoratori) queste ragioni risiedono nel fatto che semplicemente a Londra si vive male.
Ricordiamo di aver toccato l'argomento durante un'intervista con uno degli uomini a nostro avviso più influenti della musica contemporanea cioè Ian Ivlasky co-fondatore della Constellation Records e chitarrista di ASMZ e Godspeed You! Black Emperor.
Chiedemmo a Ian se pensasse che la vitalità della scena di Montreal fosse dovuta anche al fatto che la gente potesse avere tempo di coniugare una vita normale con una vita artistica, senza essere costretti per forza a scegliere.
Egli ci rispose di sì, che fosse una parte assolutamente centrale. "Il fatto di poter vivere con un part-time ti permette di lasciare la tua mente libera per altre mille cose...questo non lo puoi fare a Downtown Manhattan o a Londra..."
La musica è espressione culturale e la cultura molto spesso è riflesso della società; la salute di una scena culturale è spesso strettamente legata al benestare dei cittadini di quella società.
Londra è oramai troppo grande, e troppo affollata (chiedete a qualsiasi urbanista), ha enormi problemi razziali e sociali. È una città governata esclusivamente da leggi di mercato. È per questo che tutto viene lasciato a una specie di controllo economico che tocca la vita di ognuno. Il tuo reddito detta il tuo quartiere, il tuo vestire, le persone che frequenti, i locali che frequenti, la frequenza con la quale li frequenti, e indirettamente la musica che ascolti. Si può opinare che questo succede in qualsiasi città ma per ragioni congiunte questo è evidente più che mai a Londra.
Un'altro fattore importantissimo e ovviamente legato, è il tempo. Se hai 20-30 anni e sei una persona normale con uno stipendio normale, la cosa più normale è che vivrai in un quartiere e lavorerai in un altro. Il congiunto di spostamento-lavoro-spostamento non lascia tempo per coltivare dei progetti artistici. Sono molto poche (in relazione alla dimensione della città) le persone che suonano o che coltivano interessi al di fuori del loro lavoro.
Queto processo di ingrandimento smisurato delle città sta portando a una "provincializzazzione dell'arte". È un processo interessante che sta spostando l'attenzione su altri centri, su altri hotspot, Montreal appunto, Toronto, ma anche Brooklyn, Glasgow, Gotëborg...
Dopo questo breve inciso (ci sarebbe da scrivere dei papiri su ognuno degli spunti), vi lasciamo...c'è molto da espandere...ma purtroppo il tempo è quello che è.
Il nostro penultimo articolo era principalmente un campanello di allarme riguardo alle tendenze che cambiano come l'acqua che scorre in un torrente. Tutto scritto nel nostro stile, of course. Non siamo la verita infusa in musica (e ci conforta il fatto che nessuno lo è) e scriviamo dal nostro umilissimo punto di vista. Detto questo, rivendichiamo il diritto di scrivere su qualsiasi gruppo, e rivendichiamo di farlo anche solo analizzando i nostri pregiudizi al rispetto degli stessi. Se questa filosofia possa considerarsi o no critica musicale non sta a noi deciderlo...ma sicuramente neanche a voi.
Fondamentalmente la nostra esperienza londinese ci ha insegnato a diffidare dei Media-Hype e di tutto questo gioco dei revivals che va avanti da molto tempo solo per nascondere il fatto che la capitale inglese è immersa in una decadenza totale in fatto di musica. In generale non c'è molto interesse per la musica suonata, ed è per questo che c'é una generale tendenza anche per i gruppi "tradizionali" a strizzare l'occhio a generi più assmilabili all'elettronica.
Le ragioni di questo potrebbero essere svariate, ma per noi (e lo dico con evidenze empiriche: i.e. conosciamo Londra da cittadini, i.e. conosciamo la scena dell'industria musicale londinese da lavoratori) queste ragioni risiedono nel fatto che semplicemente a Londra si vive male.
Ricordiamo di aver toccato l'argomento durante un'intervista con uno degli uomini a nostro avviso più influenti della musica contemporanea cioè Ian Ivlasky co-fondatore della Constellation Records e chitarrista di ASMZ e Godspeed You! Black Emperor.
Chiedemmo a Ian se pensasse che la vitalità della scena di Montreal fosse dovuta anche al fatto che la gente potesse avere tempo di coniugare una vita normale con una vita artistica, senza essere costretti per forza a scegliere.
Egli ci rispose di sì, che fosse una parte assolutamente centrale. "Il fatto di poter vivere con un part-time ti permette di lasciare la tua mente libera per altre mille cose...questo non lo puoi fare a Downtown Manhattan o a Londra..."
La musica è espressione culturale e la cultura molto spesso è riflesso della società; la salute di una scena culturale è spesso strettamente legata al benestare dei cittadini di quella società.
Londra è oramai troppo grande, e troppo affollata (chiedete a qualsiasi urbanista), ha enormi problemi razziali e sociali. È una città governata esclusivamente da leggi di mercato. È per questo che tutto viene lasciato a una specie di controllo economico che tocca la vita di ognuno. Il tuo reddito detta il tuo quartiere, il tuo vestire, le persone che frequenti, i locali che frequenti, la frequenza con la quale li frequenti, e indirettamente la musica che ascolti. Si può opinare che questo succede in qualsiasi città ma per ragioni congiunte questo è evidente più che mai a Londra.
Un'altro fattore importantissimo e ovviamente legato, è il tempo. Se hai 20-30 anni e sei una persona normale con uno stipendio normale, la cosa più normale è che vivrai in un quartiere e lavorerai in un altro. Il congiunto di spostamento-lavoro-spostamento non lascia tempo per coltivare dei progetti artistici. Sono molto poche (in relazione alla dimensione della città) le persone che suonano o che coltivano interessi al di fuori del loro lavoro.
Queto processo di ingrandimento smisurato delle città sta portando a una "provincializzazzione dell'arte". È un processo interessante che sta spostando l'attenzione su altri centri, su altri hotspot, Montreal appunto, Toronto, ma anche Brooklyn, Glasgow, Gotëborg...
Dopo questo breve inciso (ci sarebbe da scrivere dei papiri su ognuno degli spunti), vi lasciamo...c'è molto da espandere...ma purtroppo il tempo è quello che è.
martedì 23 gennaio 2007
Tokio Police Club - I N T E R V I S T A
Per vie traverse siamo riusciti a intervistare i Tokio Police Club...e ci parlano della scena canadese, dei loro testi, e dei loro inizi...a voi:
Dopo il Pop Montreal tutti hanno cominciato a parlare di voi...la vostra storia sembra un po’ cenerentol-esca..ci dite com’è cominciata?
Bhè avevamo suonato qualche concerto prima del festival, ma il Pop Montreal è stata la nostra vera entrata nella scena “ufficiale”. In quell’occasione ci rendemmo conto cosa significava suonare in un vero gruppo, in un vero concerto, davanti a gente vera(mente ubriaca). In quell’occasione decidemmo di provare seriamente a scommettere sulla nostra musica. Fortunatamente per noi, le persone dietro Paperbag Records erano al concerto tenuto al festival e dopo averci visto un altro paio di volte hanno deciso di pubblicare il nostro disco. Il resto, come si dice, è storia.
È cambiato molto? Dopo che avete fatto una decisione netta di essere musicisti qualcosa vi sembra diverso?
Sì abbiamo dovuto cambiare marcia coscientemente. Prima facevamo [musica] tanto per farla, ma quando ci siamo messi in testa di farlo seriamente ci siamo accorti che alcune delle nostre canzoni non erano abbastanza buone e, il weekend dopo il Pop Montreal eravamo nel nostro scantinato a rianalizzare le nostre canzoni. Ci siamo fatti in due e da lì in poi abbiamo cominciato a far sí che le nostre canzoni fossero scritte nel modo migliore possibile.
Avete tutti delle influenze musicali comuni?
Sì e no. Ci sono gruppi che amiamo tutti ma poi ognuno di noi ha un percorso musicale differente. Per fare un esempio, una delle nostre influenze iniziali erano i Rapture, ma io non li sopporto [io= Graham] e cercavo di scrivere delle parti di tastiera che andassero in una direzione diversa, finendo per scrivere canzoni completamente differenti.
Com’é Newmarket...siete tutti di lí? Pensate sia possibile rintracciare l’influenza dei vostra città nella vostra musica?
Siamo tutti cresciuti a Newmarket, e abbiamo vissuto lí o lí intorno quasi sempre. Penso che vivere lì abbia influenzato il nostro suono, proprio perchè non c’é nulla che si possa considerare una scena e quindi invece di essere influenzati da altri gruppi siamo stati forzati a rinchiuderci in una cantina e inventarci cose nostre.
Qualche altro gruppo di Newmarket che dovremmo tenere d’occhio?
Will Currie & The Country French sono capitanati da un buon ragazzo di Newmarket, e sono il mio gruppo preferito al momento. Entrambi i Born Ruffians e la Meligrove Band sono incredibilmente bravi e ne sentirete parlare moltissimo il prossim’anno.
I vostri testi sono molto evocativi, ma a volte soprattutto in (Citizens of Tomorrow) sembrano esistere in uno strano mondo...vedete I vostri testi come delle ipotesi futuristiche o metafore della società odierna?
Nessuna delle due cose, in verità. La gente è sempre tentata di leggere qualcosa di profondo nei nostri testi, ma in realtà sono solo storie. Nel caso di Citizens of Tomorrow, [la risposta] è che siamo dei gran nerds e abbiamo scritto una canzone sul futuro...sul momento pensammo che fosse un po’ stupida, ma ora tutti ci chiedono se abbiamo una visione sinistra del mondo basandosi su quella canzone...
Cosa leggete al momento?
Robertson Davies è un eccellente scrittore canadese...siamo tutti degli estimatori di “Breve Storia di (quasi) Tutto” di Bill Bryson...spesso citiamo dei passi ridendo tra una prova e un’altra.
Avete dei piani per un tour europeo?
Saremo in Europa a Febbraio! ma non passiamo dall’italia per questa volta....
Ci dite un antico proverbio Russo? (an ancient Russian proverb/I doubt it's one that you've heard: dalla canzone Nature of The Experiment)
Два медве дя в одной берлоге не живут
cioè: Due orsi non vivono mai nella stessa tana.
[Si riferirá ai Grizzly Bear?]
Grazie mille! Speriamo di vedervi presto dal vivo!
Grazie a voi!! Non vediamo l’ora di essere in Italia!
lunedì 22 gennaio 2007
Alcune parole intorno ai Klaxons e al Nu Rave (o qualsiasi cosa cominci con Nu)
L'hype, ovvero quel meccanismo "palla di neve" che è alla base di qualsiasi novità e notorietà artistica è stato capito da tempo. Abbiamo la sensazione che con MySpace e con le comunità virtuali queste dinamiche si siano ampliate, ingrandite...Questo ha dei pro enormi che ritengo un grandissimo vantaggio per qualsiasi diffusione culturale. Purtroppo esistono anche degli svantaggi: questi network virali sembra che vadano a toccare tutti, ma senza bisogno di un contatto fisico, di una impressione, di uno scambio, di nulla.
A noi i Klaxons, trascendendo l'hype, ci fanno francamente cacare.
Ma critiche a parte; gli Amici dei Nemici possono avere un'opinione e voi tutti potete averne un'altra. Questo non importa, é parte del gioco. Il problema con quest'ondata di revival di cui la capitale inglese sembra essere la capitale mondiale è che non creano tendenze, se non la stessa tendenza di riscoprire, rifare; in sostanza, copiare. Guardate l'attuale panorama "hype" appunto della scena londinese: The Horrors (garage 50-60's), The Pipettes (pop-60's), Switches (glam rock 70-80's), 1990's (indovinate un po'), The Klaxons (post-80's rave e qualche batteria non-elettronica).
Tutto questo è discutibile, e come per ogni periodo di produzione artistica non sta ai contemporanei decidere se sarà stato importante e influente o no...il problema è un'altro ed ha in serbo una gran sorpresa:
Il gioco del revival non ammette secondi. Proprio per il fatto che non sviluppa una corrente artistica nuova chi prova a ricopiare il copiato diventa automaticamente sterile, statico, immobile, insulso e soprattutto inutile.
Mentre i primi possono essere perlomeno inclusi in una definizione ampia di produzione culturale, chi arriva secondo non ha proprio senso.
Come sempre, in Italia c'è una spirale velocissisima che salta dei passi. È come pensare a esultare prima ancora di segnare. Risultato: si sbaglia il gol. I gruppi che si annoverano tra il nu rave in italia non sono neanche dei secondi ma dei quart'ultimi arrivati. Sembra che basti un sintetizzatore, un Reason per correggere i tempi e dei testi cantati in un inglese violentemente italianizzato per dire a tutti che hai un gruppo e chiedere alla ragazza del bar se vuole votare per te sulla lista dei gruppoi emergenti NME.
I vari Disco Drive e Cool Kids Can't Die, sono, diciamo la veritá, scuse per i membri facentene parte di essere riconoscibili in discoteca. Se questa è la ragione per fare musica, allora da oggi in poi gli Amici dei Nemici cominceranno a trattare di investimenti e bond e obbligazioni.
venerdì 19 gennaio 2007
Venerdí Electro #3
Abbiamo saltato molti venerdì electro per il solo fatto che eravamo in pista a ballarli i pezzi di cui scriviamo...ma anno nuovo pezzo nuovo e quindi...here we go:
!!! (chk chk chk)
Ritorna il gruppo incubo dei commessi dei negozi di dischi. Dove catalogarli: prima della A o dopo la Z? vicino alla I? Gli eroi della Kranky-DFA-Warp tornano con questa contagiosa epopea da discoteca. Un ritmo in crescendo e un assaggio del nuovo Myth Takes in uscita a marzo...
Non perdeteveli dal vivo il 30/3 all'Estragon (o a Roma o a Torino...)
Ascolta: Heart Of Hearts
!!! (chk chk chk)
Ritorna il gruppo incubo dei commessi dei negozi di dischi. Dove catalogarli: prima della A o dopo la Z? vicino alla I? Gli eroi della Kranky-DFA-Warp tornano con questa contagiosa epopea da discoteca. Un ritmo in crescendo e un assaggio del nuovo Myth Takes in uscita a marzo...
Non perdeteveli dal vivo il 30/3 all'Estragon (o a Roma o a Torino...)
Ascolta: Heart Of Hearts
martedì 16 gennaio 2007
Primavera Sound
Forse non è proprio primavera, certo che per essere estate fa proprio freddo...Scherzi climatologici a parte, questo post viene dedicato a un evento che dall'inizio si è connotato come vetrina per tutto l'indierock (qualsiasi cosa voglia dire) internazionale.
È certo che quest'anno se proprio non ci sono mai stati, e se proprio dovessero scegliere tre giorni gli Amici dei Nemici sceglierebbero il Primavera Sound.
Dal 31 di Maggio al 2 di Giugno la capitale catalana sarà invasa da migliaia di frangette, maglie a righe, pantaloni a sigaretta e scarpe usate...come la versione pre-natalizia, si preannuncia un concentrato di live a centrifuga e djsets vulcanici fino a mattina.
Quest'anno gli organizzatori al stanno preparando bene, i gruppi già in lista sono:
Modest Mouse, Built to Spill, Low, Grizzly Bear, Dirty Three, the Durutti Column, Isis, Band of Horses-->, Brightblack Morning Light, Death Vessel, Oakley Hall, Pelican...ma altri verranno aggiunti mano a mano.
Come se non bastasse suoneranno anche gli Slint e hanno annunciato che il loro live-set sarà l'intero e magestico Spiderland (vedi savio post dell'amico Diego).
I biglietti al momento costano 85 euro per tre giorni, ma più aspettate...noi fossimo in voi ci metteremmo giá a fare l'autostop...
giovedì 11 gennaio 2007
A Thousand Different Versions Of Yourself
Post Shins-esco...chi frequenta questo blog saprá bene quanto vengono tenuti in considerazioni gli "Stinchi" del New Mexico dagli Amici dei Nemici...Sono sempre incuriosito dai geniali compositori di melodie e canzoni che ti restano in mente come ultima cosa a cui pensi mentre dormi e prima mentre ti svegli.
James Mercer è una di queste persone.
Riporto da un'intervista che mi ha piuttosto colpito:
[sull'arte di scrivere canzoni]
"...provo ad interpretare quali sensazioni sottolineano la musica che scrivo. E poi, spero che ci sia qualcosa a cui abbia pensato o su cui abbia riflettuto e mi da una spinta per iniziare a scrivere. Ci sono molti temi diversi che ho considerato su questo disco [Wincing the Night Away, Sub Pop, 2007] e una di queste è l'avere convinzioni, essere sicuri di molte cose...[...]...forse è qualcosa che riesco a controllare. Amo questo processo (scrivere canzoni ndr.), il processo di risolvere un puzzle che richiede tutti questi schemi ed eventi che si uniscono e fluiscono l'uno nell'altro. Mi piace nella maniera nella quale a qualcuno può piacere fare la calza. È una cosa che posso controllare, posso dire "posso farlo esattamente come lo voglio"".
E così scrivere canzoni è come risolvere un puzzle, cercare la melodia, le metriche ritornare sugli accordi, provarla in minore e metterci un do# in più. Risolvere un puzzle basandoti su quello che hai dentro, per poi interpretare quello che vedi fuori.
Questo è scrivere canzoni.
Ascolta uno delle meravigliose soluzioni di puzzle di James:
Girl Sailor
James Mercer è una di queste persone.
Riporto da un'intervista che mi ha piuttosto colpito:
[sull'arte di scrivere canzoni]
"...provo ad interpretare quali sensazioni sottolineano la musica che scrivo. E poi, spero che ci sia qualcosa a cui abbia pensato o su cui abbia riflettuto e mi da una spinta per iniziare a scrivere. Ci sono molti temi diversi che ho considerato su questo disco [Wincing the Night Away, Sub Pop, 2007] e una di queste è l'avere convinzioni, essere sicuri di molte cose...[...]...forse è qualcosa che riesco a controllare. Amo questo processo (scrivere canzoni ndr.), il processo di risolvere un puzzle che richiede tutti questi schemi ed eventi che si uniscono e fluiscono l'uno nell'altro. Mi piace nella maniera nella quale a qualcuno può piacere fare la calza. È una cosa che posso controllare, posso dire "posso farlo esattamente come lo voglio"".
E così scrivere canzoni è come risolvere un puzzle, cercare la melodia, le metriche ritornare sugli accordi, provarla in minore e metterci un do# in più. Risolvere un puzzle basandoti su quello che hai dentro, per poi interpretare quello che vedi fuori.
Questo è scrivere canzoni.
Ascolta uno delle meravigliose soluzioni di puzzle di James:
Girl Sailor
mercoledì 3 gennaio 2007
Io passo la Befana con gli Amici dei Nemici
martedì 2 gennaio 2007
2 0 0 7
Primo post di Gennaio.
Salutato l'anno, stappato lo champagne e fatto scorpacciate di parenti e amici del liceo. Ancora ci strascichiamo dietro delle scie del 2006, ma l'anno promette bene:
Okkervil River
Anche se ufficilamente non si sa quando uscirà il prossimo album, Will Sheff e compagni continuano un folk obliquo, tagliente, veritiero.
Ascolta: The President's Dead
Salutato l'anno, stappato lo champagne e fatto scorpacciate di parenti e amici del liceo. Ancora ci strascichiamo dietro delle scie del 2006, ma l'anno promette bene:
Okkervil River
Anche se ufficilamente non si sa quando uscirà il prossimo album, Will Sheff e compagni continuano un folk obliquo, tagliente, veritiero.
Ascolta: The President's Dead
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