
lunedì 28 maggio 2007
AdN -Primavera Sound Itinerary

martedì 22 maggio 2007
----Nota Di Servizio---- Interruzione Blog Per Cause Di Forza Maggiore----

se qualcuno di voi ha mai vissuto in una città grande, sa quanto è difficile viverci, e portare avanti i propri progetti, senza avere una casa e cercandola.
Gli Amici Dei Nemici si scusano per l'interruzione ma le dinamiche urbanistiche ci stanno francamente devastando.
A presto, si apprezzano biscotti, cartoline e qualsiasi altra cosa che possano consolarci.
lunedì 7 maggio 2007
Alcune (futili) riflessioni intorno all'ATP e al merluzzo
le nazioni senza cultura culinaria sono per noi un mistero storico: come ha fatto l'inghilterra a fondare un impero su del merluzzo fritto e patate? mah. del resto il portogallo controllava l'atlantico sul baccalá. comincio a pensare che il merluzzo abbia poteri magici.

continuiamo con riflessioni, questa volta di natura sociologica.
vorremmo sfatare due miti, che abbiamo empiricamente e statisticamente confutato durante quest'ultimo soggiorno britannico. c'é una notizia buona e una cattiva. quale volete sapere prima?
okey, quella buona:
il mito delle inglesi brutte e ciccione é falso, falso come il fuoco sott'acqua.
tre giorni di concerti nell'entroterra inglese hanno rivelato che le ragazze di albione sono eteree, in forma perfetta, con sguardo ammaliante, capelli lisci e bellissimi che accarezzano le spalle scoperte a prendere il timido sole primaverile.
ci spingiamoo a dire che sono le piú belle d'europa. ma forse é colpa del merluzzo fritto.

il mito che gli inglesi (e le inglesi, sigh!) siano antipatici e freddi é vero. vero vero vero. non ne abbiamo conosciuto uno neanche a pagarlo, tutti impegnati a parlare con i loro 2-3 amici delle elementari e basta.
si evince che il merluzzo abbia delle controindicazioni.

ATP o come pensare a quello che hai fatto per le ultime tre decadi della tua vita


Sveglia e colazione all´inglese senza alcuna rinuncia. Dobbiamo essere in loco alle 12.00, quindi giretto nel

Il sonno, le ore di viaggio, lo stupore in vedere il villaggio vacanze Butlins che nessuno avrebbe mai immaginato… "ma che cazzo è, un Valtur?"
Sì è così, vi dico. Uno dei più longevi e rinomati festival in Europa lo fanno dentro una versione inglese del Valtur. Immaginatevi un centro commerciale a due passi dal mare (un mare freddo e marrone, un villaggio di pescatori benpensanti a due passi dalla Cornovaglia e a tre dal Galles); immaginatevi orde di ragazzi 20-30enni, stereotipi a più non posso, buttafuori tatuati, tecniche di occultamento di alcolici, tecniche di smaltimento di alcolici, il peggiore/migliore cibo che abbiate mai ingerito, e una depressione post-evento che neanche quando passavate l'estate con gli scout. Butlins, è un holiday centre, un inglesissimo lower-class resort dove vanno di solito quelli che non possono permettersi un Ryanair a Malaga o in Grecia. Appena arrivati il contrasto era evidente. Qualche famiglia di teenager con bambini, e un sacco di maglie a strisce e ciuffi incolti. Man a mano che il weekend si é inoltrato la folla si é andata omogeneizzando.
Venerdì
il check in comincia verso le 16:00, noi arriviamo quattro ore prima, unica soluzione: giri di pinte al pub. Ci rendiamo subito conto della surrealtà del Butlins e facciamo una grandissima conoscenza: LUI.
LUI è una presenza costante per tutto il festival. E’ un buttafuori di circa 200kg di peso (non esageriamo). La sua testa di circa mezzo metro di diametro è completamente rasata e tatuata. Nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarcisi e carpire cosa esattamente si é tatuato in testa. Certe cose é meglio non saperle. Verso le 17.30, dopo esserci sistemati in un appartamentino comodo, con moquette, ci dirigiamo a vedere Ian Wadley, assenteismo chitarristico, con un tocco noise, e un tocco 13enne che ha ricevuto in dono una Fender da babbo natale, ma che si è già stancato di suonarla. Ale e Marco si accorgono di aver già visto un suo concerto. Se ne accorge, preoccupato, anche Ian, convinto che i due siano venuti per ucciderlo. Inutile dire che non compreremo l'album. La stanchezza di una notte insonne per raggiungere questo posto surreale, si fa sentire, ci fermiamo a casa (nella nostra nuova casa, precostruita) per una pasta ai porcini. In realtà é tutta una scusa: in tv c'é lo snooker. Rapida fuga al supermarket a due metri da noi: faremo amicizia col commesso e compreremo vini, crackers non salati, shampoo alla fragola ed una spilletta di Tupac (the perfect gay set). Aperitivo con salame e Merlot californiano. Diego ai fornelli, AdN fa amicizia con Beth (una nostra vicina discendente della manza di Bristol). Cena ottima, con un Hamilton favoloso nel distruggere McCulloch
alco più piccolo ma più accogliente, per gli Art Of Fighting. Marco è di parte e si fa il concerto con i lacrimoni, tuttavia sembrano gradire tutti. Chiamalo, se vuoi, slow-pop.
Nessuna fuga, si resta al Reds per i Brokeback che, insomma, ci suona uno come Douglas McCombs. Oltremodo piacevoli, iniziano a far respirare quell´aria di Chicago che caratterizzerà tutto l´ATP. Iniziano, però, i primi cedimenti. Ale sceglie di mollare Josh Pearson per il letto. Restiamo in tre, saliamo al centre stage, troviamo da sedere e aspettiamo quello che, a pelle, dovrebbe diventare il nostro nuovo messia. Una bufala, ecco cosa è Josh Pearson. Anzi, un millantatore. E parliamo, badate bene, del Josh Pearson uomo, non del musicista. Il concerto scorre, meglio (molto) quando accompagnato sul palco da due adepti, bene (anche se a tratti monocorde) nei momenti in cui è solo. Ma questa è musica, noi ci concentriamo anche sui testi, e vediamo distese infinite in cui andare a cercare il salvatore, ci sentiamo toccati da demoni feroci, beviamo liquidi puri. E ci crediamo, eccome se ci crediamo. Ed invece il giorno dopo becchiamo il tipo alla disperata ricerca di donnine, veloce a mettere il suo cappellone da rodeo sul capo di qualche bionda per scattarle una foto, malizioso nella camminata. E il salvatore dove cazzo sarebbe finito? E cosa intendi, falso fra i falsi, per isolazionismo? E poi, caro, cosa ci facevi sugli scivoli della piscina con lo slippino? La sola consolazione è sapere che non beccherà una topa una (come noi del resto. E saremo i soli cinque di tutto il festival). Usciamo, abbassiamo il capo innanzi a LUI, e rientriamo in appartamento. Bisogna svegliarsi presto, sulla tv dell´ATP alle 8 passano tutto il dvd "Slow Century" dei Pavement. E alle 12.00 sarà Higgins-O´Brien.
Sabato (telegrafico)
Digital Primitives. Per Marco e Diego l’esordio del secondo giorno. Per Diego e Marco la scoperta del festival vissuta con un eccitato Warren Ellis al fianco. Tre tipi usciti dalla fabbrica metallurgica del jazz, prendendo tanta tradizione per devastarla con fantasia libera ed anarchica. Cooper Moore, prima di essere richiamato dalla moglie per tagliare il prato di casa, tira fuori un allunghino e lo rende strumento. Alla fine cantiamo tutti e siamo felici.
Magnolia Electric Co. Il piccolo/grande Jason Molina non è abituato alle grandi folle, ma dopo essersi preso la sera prima almeno 800 spettatori in contemporanea con i Dirty Three, oggi apre al main stage di fronte a 2000. Un pezzo meglio dell’altro, una voce struggente, una chitarra che graffia il cuore. D’accordo, non sarà (ancora?) sua maestà Bonnie Prince, ma la distanza è solo di un allunghino. Da brividi. Poi lo becchiamo in mezzo alla folla, e il suo ricordo dell’Hana-Bi è ancora immutato.
Sally Timms. E’ in contemporanea con Shannon, ma quando scopro che era la cantante dei Mekons scelgo lei. Un set intimo, sulla moquettona del centre stage, con un chitarrista che è il sosia di Don Vito Corleone da giovane, un polistrumentista che sembra uscito da un racconto di Steinbeck e la voce di Sally che incede sorniona tra atmosfere howegelbiane, spoken words ed echi di Cohen. Si scopre poi che molti dei pezzi li hanno scritti due tipini come Mark Eitzel e Kevin Coyne.
Shannon Wright. Non la si vedeva da tempo, nel frattempo bei dischi e la collaborazione con Tiersen. Questa rimane fuori dal live, ma restano le canzoni ed una riot girl incazzata e provocante. Una sorta di sesso animalesco, deragliante ed introspettivo. Fosse stata una tappa del Tour de France Chan Marshall avrebbe preso dieci minuti e passa. Unica pecca, il taglio di capelli del bassista, appena uscito da un concerto dei Manowar.
Low. All’inizio provo a dare fiducia al vecchio Alan Vega – in contemporanea al centre – ma il suo aspetto a metà tra Ozzie Osbourne e Renato Zero mi rispinge alle cupe atmosfere della band di Alan Sparhawk. Mi basta Amazing grace per piombare in uno stato introspettivo profondissimo dal quale solo la notizia della sconfitta di Ebdon riesce a farmi riemergere.
Spiritualized. Seduti in terra, con cibi, birre e svariate apparizioni del presenzialista (aka Jason Molina). Non sappiamo quanto Jason Pierce potesse gradire l’approccio all’ascolto, noi abbiamo goduto non poco. Versioni acustiche ed archi a go go. Bella roba.
Nick Cave/Grinderman. Ah ma allora ci sono veramente le 6000 persone annunciate dall’organizzazione. Sarà contento il buon Tiersen, che se la canta in contemporanea al centre stage (alla fine non ho conosciuto NESSUNO che l’abbia visto). Per il resto che dire? Cave per un’ora fa il Cave (e lo fa, al solito, alla grandissima), e per l’altra diventa il grinderman del disco che un mese fa ci ha sbattuto in faccia un rock ‘n’ roll come non lo sentivamo da trent’anni. Devastante.
The Drones. E’ da un po’ che anche qua (in Europa) ci si è accorti di questa rock band australiana, tanto che i Drones saranno gli unici a non dover condividere lo stesso orario con qualcuno. E infatti il centre è impaccato all’inverosimile per un trequartidora di rock sporco e malinconico, per niente facile, che non cerca ammicchi ad alcun trend. Davvero ottimi. Alle due poi si scopre che ho bevuto troppo, fumato troppo, dormito troppo poco e mi perdo gli Einsturzende Neubauten come un pisquano. Cazzo.
Domenica
Ore 10, sveglia col garrito isterico dei gabbiani terrorizzati dai corvi neri che hanno colonizzato Butlins. Lungi da ogni anomalia ornitologica, il fenomeno è spiegabile con la metamorfosi diurna degli Einsturzende Neubauten e degli adepti al loro seguito in uccelli della specie Corvus Corax. Preso atto di ciò, mentre Marco e AdN decidono per una colazione al plutonio in centro, noi ci dirigiamo nell’impero sub-tropicale/poli-funzionale delle piscine coperte per un overdose di cloro. Josh Pearson, il millantatore in costumino irriverente, non si cura della fila e li oltrepassa per lo scivolo con terminal ad imbuto che neanche Willy Wonka. Rimaniamo indignati fino a quando Joanna Newsom in bikini prende posto tra noi nell’idromassaggio mentre Nick Cave, cavalcando un gommone stile rodeo giù per uno scivolo, continua a profetizzare: “I’m the Grinderman!”. In realtà Cave e
Tra un concerto e l’altro si va al saloon dove si lascia un quarto di stipendio alla volta al banchetto della Rough Trade. Efrim, Sophie e soci hanno lasciato il segno. Ora si punta tutto su Bill Callahan (Smog, per i profani), si dice che qualcuno sia venuto sin qua solo per lui, intuiamo di chi si tratta. Non è ancora ora, sul palco centrale sale una Cat Power troppo poco sbronza per essere credibile. Si guarda in giro e non sa dove mettere le mani. Bel vestito, bella acconciatura. Credo sia la più bella del festival, forse l’ha capito e se ne dispiace. Non per questo il concerto migliora. Dopo poco ci si ritrova tutti per White Magic. Tutti tranne i fonici, che si mettono d’impegno dando il peggio e rovinando il primo pezzo suonato, nonché quello da me preferito. Poi le cose tornano a posto ed i White Magic esprimono al meglio la bellezza di quell’album che porta il nome di Dat Rosa Mel Abipus. Mira Billotte ci porta echi del passato miscelandoli a nuovi misticismi, noi, seduti attorno ad un tavolo, ci aggiungiamo il profumo del tabacco ed un cicchetto di whisky di tanto in tanto. E stiamo bene.
E’ il momento, avanziamo tra le prime file. Vogliamo vedere che faccia ha, che espressioni fa quando tira fuori quella voce. Ecco, l’attesa è terminata e Bill Callahan sale sul palco, imbraccia amorevolmente la sua chitarrina. E’ accompagnato da un batterista che assomiglia alla trasposizione umana del dio odino, poi basso tastiere ed una violinista davvero ammodo. Attacca con Sycamore, e da li in poi non ce n’è più per nessuno. Un migliaio di persone in religioso silenzio che pendono dalle sue labbra. Lui, di poche parole, catechizza con la voce più magnetica del festival, e tutta la sua indiscutibile arte che sarebbe ambizioso descrivere. Ecco rock bottom raiser, cold blooded old times, ma soprattutto Woke on a Whalehearth… ascoltandolo dal vivo abbiamo la conferma che anche questo è un grande lavoro. Poi una Say valley maker tanto intensa che fatico a trattenere lacrime di pura commozione. Mi guardo attorno, altri non ci sono riusciti. -and there’s no love where there is no obstacle- E’ musica da occhi lucidi. Vorremo non finisse mai, invece sono appena quarantacinque minuti e trascorrono in un lampo. Lo tirano giù dal palco senza pietà allo scadere del tempo, la gente protesta rumorosamente. Ingoiamo il rospo ed aspettiamo la bionda. Dopo che LUI ha deposto dolcemente un’immensa arpa da cento chili sul palco (“questa mano po esse piuma e po esse fero, oggi è stata piuma”) ecco Joanna Newsom come appena uscita da una fiaba. Suona pezzi vecchi, meno prog e più folk. Bella e brava, per alcuni voce da usignolo, per altri da paperella. A noi piace così, e più che un duetto con Bill Callahan ne sognamo uno con Branduardi. Rimane un sogno, ma Psarandonis inviterà quest’ultimo al Crete Goat Festival 2007: lì sarà tutta un’altra storia.
Prendiamo fiato e ci avviamo sul viale del tramonto verso l’Oyster Bay, la nostra dimora. Il festival è agli sgoccioli ma non vogliamo pensarci. Buttiamo ancora la pasta: dopo sedanini panna porcini e pancetta, atomici fusilli al ragù, trenette al pesto a patate, è la volta di sacrosanti spaghetti AOP. Fino alla morte. Decidiamo che il concerto di congedo sarà quello dei Tren Brothers aka Jim White (senz’altro la miglior batteria del festival, e non ci riferiamo a questo festival in particolare) e Mick Turner dei Dirty Three. Sono chitarre in loop e batteria accarezzata magistralmente. L’olezzo della moquette del centre stage è sempre più pesante e familiare, vi spalmiamo ancora una volta i nostri corpi sopra. Ascoltando quelle melodie crepuscolari allontaniamo l’idea del ritorno, e stiamo bene.
Poi si parte davvero, la mattina dopo. Altre duecentocinquanta miglia di guida a sinistra senza sbagliare una precedenza. Poi è aeroporto, AdN se ne torna in terra di Catalunya, noi partiamo dodici ore dopo. Ci concediamo un hotel di lusso col pavimento del cesso riscaldato: commovente. Dopo la razione quotidiana di snooker ci addormentiamo con Footlose, il che è tutto dire.
venerdì 4 maggio 2007
Live - The Hold Steady
piccolo aneddoto. camminando per il Somerset con la maglietta del gruppo, ci ferma un personaggio a metà tra l'impiegato delle poste e Andy Warhol e ci dice:
"ciao. siete buone persone. chi apprezza gli Hold Steady non può che essere una buona persona".
The Hold Steady



giovedì 26 aprile 2007
Live -Deerhoof


Diretti dalla Bay Area, due parti della stessa baia con in mezzo il ponte rosso. Una giapponese di mezzo metro e mezza dinamite, un chitarrista con 25 dita e un batterista trasformista con una gran cassa da parata del primo maggio.
Friend Opportunity é il loro ultimo avvolgente lavoro di sillabe cantate, e momenti deliranti di noise puro. perfettamente intonati tra loro. Il lavoro grafico é lasciato a David Shrigley, bravissimo ed eclettico artista scozzese.
Assolutamente da non perdere dal vivo.
venerdì 20 aprile 2007
Land of Talk

É primavera. Anche nelle distese canadesi, di nuovo al di lá dell'atlantico, ci stupiscono di nuovo con le solite sei corde. Stavolta da Montreal, sempre un trio, eppure quella voce, che segue Cat Power fino al "Covers Album" rimane in testa. Bello l'esordio (da tempo uscito in Canada) Applause Cheer Boo Hiss...A ricordarci che quando alzi il volume, tutto va meglio.
Ascolta: All My Friends

venerdì 13 aprile 2007
When Great Satan's Gone / I Felt As I Could Just Fly
Four Winds- Bright Eyes
Cassadaga é un album veramente bello. Ma forse un po' troppo mistico.
Australia- The Shins
Wincing The Night Away é un album ricco di sorprese. Ma forse un po' troppo corto.
martedì 3 aprile 2007
The Bird and The Wolf (parte 2ª)

"The Magic Position" é una caramella dolce amara, una giostra un merry-go-round dove Patrick Wolf torna in cittá dopo la scampagnata in Cornovaglia e il suo album "canzone d'amore per l'Inghilterra"...Gira intorno agli accordi in maggiore, li riscopre, ma alla fine é sempre lui.
Ascolta: The Magic Position
lunedì 2 aprile 2007
The Bird and The Wolf (parte 1ª)
Andrew Bird

Andrew Bird è un musicista estremamente eclettico, più che nella sostanza nella forma delle canzoni. Tutte rivoluzionano intorno a un pizzicato di violino, ma poi come satelliti appaiono note lunghe, si aggiungono cascate di xylofoni e melodie fischiettate. Abbandonata la sperimentazione di The Mysterious Production of Eggs, Bird in quest'album, si sente più a suo agio, e ne beneficia la sua voce piena di ricordi (Jeff Buckley su tutti), e la sua naturale propensione a viaggi metafisico-scientifici come nelle bellissime Darkmatter e Masterfade.
Inutile aggiungere che Andrew Bird crea atmosfere incredibili quando é su un palco.
Ascolta: Masterfade (Live)
sabato 24 marzo 2007
The Universe Is Shaped Exactly Like The Earth, If You Go Straight Long Enough, You'll End Up Where You Were

Di tutti i gruppi piú strettamente elite-indie degli anni 90, loro non hanno mai cambiato granché della loro estetica. Isaac Brock canta ancora con una voce che assomiglia a quella di un ragazzino delle medie che fuma Marlboro da quando faceva le elementari, e poi le strutture delle canzoni...con quella sezione ritmica un po' nevrotica non ha mai strizzato l'occhio alle radio (ad eccezione di Float On).
È la sostanza che rimane la stessa, una visione diagonale su praticamente tutto quello che ci tocca, da speculazioni metafisico-cosmogoniche (3rd Planet), all'imperante sottocultura popolare (Convenient Parking), a favole storte e buffe (A Wild Pack Of Family Dogs).
L'ultimo (ottimo) Good News For People Who Like Bad News, era un tentativo di un disco più dolce e immediato, mentre questo We Were Dead Before The Ship Even Sank si riavvicina al suono meno diretto, molto molto più cervellotico della band più cervellotica del panorama.
prossimamente al: Primavera Sound - venerdì, 1 giugno 2007.
Ascolta: Missed The Boat
ps. su questa e altre 2 tracce c'é James Mercer degli Shins, e in tutte le altre Johnny Marr (Smiths).

mercoledì 21 marzo 2007
Metà e Metà

Metà del problema è che sono dei folletti cresciuti in silenzio. L'altra metà è che hanno cambiato un po' stile (maturando, diremmo) nel momento in cui tutti si stanno accorgendo di loro...quindi...
Metà di tutti noi (e voi) dirà che il nuovo mp3 dei Voxtrot, che anticipa l'LP in uscita a maggio, non è proprio sulla scia dei primi lavori, e metà di noi (e voi) dirà che Kid Gloves continua a ad avere idee originali (ascoltate quel sottile xylofono) e una linea melodica ben solida. E che finirà sicuramente per piacere, anche all'altra metà.
Ascolta: Kid Gloves

lunedì 19 marzo 2007
The Night We Wrestled Chris Leo
Una notte di fine inverno, precisamente il 10 Marzo scorso, siamo tornati indietro nel tempo, pur rimanendo fermamente frenati guardando ad Ovest.
Il Bronson di Ravenna, che si conferma uno dei locali con il ventaglio di concerti più fornito nel paese, in quella serata ha presentato il nuovo gruppo di Chris Leo, i Vague Angels.

Come ultima data di un tour lunghissimo, l'impatto del live ne ha risentito ma, a uno che ha scritto capitoli fondamentali della musica contemporanea come Sultans of Sentiments (con i The Van Pelt) e Heaven Ain't Happening (con i The Lapse) glielo si perdona.
Dopo il concerto, godendoci l'aria ancora fredda della notte di marzo, scopriamo che noi e questi ragazzi siamo cresciuti praticamente nello stesso posto...in un posto molto sub-urbano...

Morristown è tutto eccetto un posto dove potete immaginare una scena musicale. È una piccola comunità in mezzo ai boschi del nord del NJ, ultimo baluardo della provincia prima della Grande Mela. Da ragazzi si passa attraverso tutti i punti fermi della cultura americana: la squadra di hockey/football/baseball del liceo, la giacca varsity...e le rivalità in piena pubertà...
Chris Leo "sei di Morristown?"
AdN "sì sono cresciuto a Cedar Knolls" (quartiere di Morristown, NJ ndr.)
Dopo aver scoperto che sarei dovuto andare nel liceo antagonista al suo, il buon Chris Leo mi dice che mi dovrebbe spaccare la faccia in onore della tradizione...

AdN "se non me ne fossi andato a 14 anni forse..."
Chris Leo "forse suoneresti con noi..."
AdN "o forse mi fareste cagare..."
Chris Leo "...ora sì che ti devo spaccare la faccia!"
Il tutto è finito con degli spintoni ubriachi in simpatia...gli avevamo promesso di scriverlo da qualche parte...e quindi...
Fa strano riflettere su come, due persone che avrebbero potuto finire compagni di banco, si incontrino 15 anni dopo, per caso, dall'altra parte dell'oceano...e tutto per "colpa" della stessa musica. In un certo modo, almeno.
Non vi preoccupate per il sentimentalismo di questo post...da domani ricominciamo a postare del imminente disco dei Voxtrot, di tutte le novità esplose a questo SXSW, del nuovo disco dei Modest Mouse e di altre meraviglie...
Un grazie speciale a tutti quelli che hanno ascoltato il nostro DJ set finale, e molte grazie anche a Diego e a Chris per averci fatto sentire a casa.
mercoledì 7 marzo 2007
Canzoni d'amore: pessima mira

Prima che i The Blow fossero conosciuti con l'ottimo Paper Television e il singolo “Parenthesis”, pubblicarono (nel 2004) un EP chiamato Love Songs: Poor Aim.
Tutte le canzoni girano intorno alla facilità di testi del duo di Portland.
la K Records riedita l'EP il prossimo 24 di Aprile...
The Blow sono tutto quello che dovrebbe essere un gruppo pop: diretti, scarni, con melodie alla saccarina e testi immediati. Tutti dicono che sono incredibili dal vivo, quasi teatrali...noi ci crediamo...
Ascolta: Hey Boy

martedì 6 marzo 2007
I am trying to break your heart

Ci sono dei momenti che associ strettamente a delle canzoni. E, ovviamente, viceversa.
I Wilco non deludono mai sotto questo punto di vista, scavano nelle memorie, e piantano, sotto forma di ripetizioni di parole e note, dei semi inestirpabili, che crescono senza fretta ma senza pausa. Il titolo forma parte integrante della canzone: ogni anno riascoltiamo "Ashes of American Flags" o "She's a Jar" o "Wishful Thinking" come Super8 dei nostri momenti.
Hanno un nuovo album in cantiere, e ci regalano un mp3 di presentazione...
Ascolta: White Light
Stavolta Jeff Tweedy ci dice semplicemente:
"If you feel like singing a song / and you want other people to sing along / just sing what you feel / don't let anyone say it's wrong"
Istantanea di chiunque abbia mai cantato a squarciagola con le cuffie.
mercoledì 28 febbraio 2007
Working Class Heroes

Due fratelli, un australiano trapiantato a Brooklyn e un violinista. I The National sono una dei segreti meglio nascosti del panorama. Alligator l'album di due anni fa è un piccolo gioiello di storie lineari, di parole ben spese e di un lavoro interminabile di prove in scantinati newyorkesi. Da poco il gruppo ha annunciato l'uscita del nuovo album Boxer (Beggars), in maggio...
ecco la track list:
01 Fake Empire
02 Mistaken for Strangers
03 Brainy
04 Squalor Victoria
05 Green Gloves
06 Slow Show
07 Apartment Story
08 Start a War
09 Guest Room
10 Racing Like a Pro
11 Ada
12 Gospel
Inizieranno un tour in giro per l'europa in estate...
The Wrens
Qui si entra seriamente nel mito. Sfortunati nella loro carriera, furon al punto di esplodere più di una volta. Non ci riuscirono, ma continuano da anni a fare musica, seria, bella, vera, cruda e senza nessuna pretesa di modernità. Riescono ad essere loro stessi su un palco, coinvolgono il pubblico come non mai. È in uscita il nuovo album suonato, composto, e vissuto sempre e solo nel New Jersey, con la camicia e la tesserina del lavoro ancora addosso.
Ascolta: Everyone Choose Sides
lunedì 26 febbraio 2007
venerdì 23 febbraio 2007
Desert Cities
una veterana insegnava il neofito, come sopravvivere.
come preferire, come sdegnare
come incidere e sparire
per non lasciare traccia.
ricordo un basso bianco,
ricordo una promessa, ricordo tre concerti e tre sorrisi
ricordo.
goodbye is forever.

Desert Cities- dedicated to the only. to my lack of confidence in making you stay.
Eastbound and Hoxton in an incoming direction
Just a burning cross keeps her from perfection
I wish i could see past those blinking lights
“there's a bit of disappointment to everything you say
when grace and beauty is all you sing”
those deserts I find wondering around
big cities like these
will eventually drive you away.
you had so much love you were drowned in it
you had so much love you were drowned in it
"my mother will believe me":
but still no one else will.
mercoledì 21 febbraio 2007
About Piano Lines and The Other Side of The Pond

Il cielo in mezzo all'Atlantico è diverso. L'aria parla molto di più di quanto siamo abituati ad ascoltare, preannuncia pioggia, e dice di venti. In mezzo all'Atalantico c'è una transizione che siamo abituati a negare, a vedere come netta, quando in realtà è sfocata, frastagliata e sconnessa.
Essie Jain è nata a Londra, dalla parte "vecchia" dello stagno...si è trasferita a NYC, passando sotto lo stesso cielo, sotto la stessa aria, che ci conforta e ci delude, ci bagna su navi che rimangono ferme, mentre i flutti si muovono verso ovest.
Il suo primo album è nelle cuffie di tutti al momento, perchè è veramente degno di nota. Si chiama We Made This Ourselves ed esce su Ba Da Bing Records (stessa di Beirut). Il cantato ricorda voci di altri tempi che rimbalzano tra un lato e l'altro dell'oceano, tra l'eterno autunno delle isole britanniche e le primavere della grande mela.
Ascolta la leggiadra grazia di Essie: Haze, Glory

Mina Tindle ricalca invece le stesse linee, da una Francia dimenticata. Una versione lo-fi, ma perfettamente lo-fi, in un'ideale che galleggia tra Feist, Billie Holiday e Cat Power.
Riesce a riempire quegli spazi con molta astuzia, quasi a imitare quel cielo in mezzo all'Atlantico.
Ascolta: The Kingdom
lunedì 19 febbraio 2007
Primavera Sound (reprise)

È uscito il "cartel" ufficiale (evidenziatore secondo i gusti degli Amici dei Nemici), e noi abbiamo ricevuto i nostri accrediti, ci vediamo lì il 31/5.
Architecture In Helsinki
Bad Brains
Band Of Horses
Barry Adamson
Billy Bragg
Blonde Redhead
Bola
Bonde Do Role
Brightblack Morning Light
Built To Spill
Buzzcocks
Comets On Fire performing Blue Cathedral
David Carretta
David Thomas Broughton
Death Vessel
Diplo

Dirty Three
DJ Yoda
Dominik Eulberg
The Durutti Column
Erol Alkan
Explosions In The Sky
Fennesz & Mike Patton
Girls Against Boys
Grizzly Bear
Grupo De Expertos Solynieve
Hell
Herman Düne
Isis
Ivan Smagghe
Jonathan Richman
Justice
Kid Koala
Kimya Dawson
Klaxons
Lisabö
The Long Blondes
Los Planetas
Low
Luke Slater
Luomo
Matt Elliot and his orchestra
Maxïmo Park
Melvins performing Houdini
Mijk Van Dijk

Modest Mouse
Múm
Mus
Nathan Fake
Oakley Hall
Oliver Huntemann
Patti Smith
Pelican
Play Paul
The Rakes
Reinhard Voigt
Robyn Hitchcock And The Venus 3
Slint performing Spiderland
Smashing Pumpkins
Spank Rock
Spiritualized acoustic mainlines
Standstill
Technasia
Ted Leo & The Pharmacists
The Good The Bad And The Queen
Toktok
Uffie & Feadz
Umek
Wilco
