
Il cielo in mezzo all'Atlantico è diverso. L'aria parla molto di più di quanto siamo abituati ad ascoltare, preannuncia pioggia, e dice di venti. In mezzo all'Atalantico c'è una transizione che siamo abituati a negare, a vedere come netta, quando in realtà è sfocata, frastagliata e sconnessa.
Essie Jain è nata a Londra, dalla parte "vecchia" dello stagno...si è trasferita a NYC, passando sotto lo stesso cielo, sotto la stessa aria, che ci conforta e ci delude, ci bagna su navi che rimangono ferme, mentre i flutti si muovono verso ovest.
Il suo primo album
è nelle cuffie di tutti al momento, perchè è veramente degno di nota. Si chiama
We Made This Ourselves ed esce su
Ba Da Bing Records (stessa di
Beirut). Il cantato ricorda voci di altri tempi che rimbalzano tra un lato e l'altro dell'oceano, tra l'eterno autunno delle isole britanniche e le primavere della grande mela.
Ascolta la leggiadra grazia di Essie:
Haze, Glory
Mina Tindle ricalca invece le stesse linee, da una Francia dimenticata. Una versione lo-fi, ma
perfettamente lo-fi, in un'ideale che galleggia tra
Feist, Billie Holiday e
Cat Power.
Riesce a riempire quegli spazi con molta astuzia, quasi a imitare quel cielo in mezzo all'Atlantico.
Ascolta:
The Kingdom
oh im sure the crowd wasn't so far off from a Misshapes crowd.
...why are people still listening to "dance-rock" ?